La fotografia è un mezzo per bloccare un momento all'infinito. Una fotografia è una scrittura con la luce di un ricordo che non sbiadisce. Una mia passione da sempre, oggi anche un'ambizione di professionalità, acquisita soprattutto nel settore delle rappresentazioni teatrali di prosa, musical e soprattutto danza.

Ho iniziato a fotografare con le macchine fotografiche manuali e con la pellicola. Questo insegnava che ogni scatto è prezioso, che l'inquadratura va curata, che ogni parametro va studiato nel dettaglio.

Oggi la fotografia è una cosa diversa: tutti guardano il mondo attraverso uno schermo, preferendolo quasi alla percezione naturale. Così si scatta, sempre e comunque, con l'idea che poi la finzione di Photoshop e della post produzione possa migliorare il mondo, renderlo più simile ai nostri desideri e non alla realtà. Questa aberrazione porta, secondo me, alla totale perdita di poesia della fotografia, perché la poesia sta nella percezione della realtà.

Addirittura per la maggior parte delle persone una fotografia è quella cosa fatta con il cellulare!

Per me la fotografia non è un lavoro ma una passione, anche se sempre più spesso, vedendo le fotografie dei cosiddetti professionisti (persone che hanno deciso di monetizzare la fotografia), ho la tentazione di proporre i miei scatti in modo commerciale.

Non perché io pensi che siano degni di essere venduti, ma perché mi rendo conto che non lasciano nulla in qualità, passione e comunicazione a quelli che vengono venduti. Forse però anche le fotografie commerciali sono lo specchio dei nostri tempi, in cui la professionalità è diventata merce molto rara, sia per chi la offre sia, soprattutto, per chi spende i suoi soldi per acquistare un prodotto. Ci siamo abituati troppo ai prodotti scadenti, che sostituiscono nell'immediato la qualità vera, o non siamo più capaci di riconoscere la qualità delle cose?